Mi allaccio al discorso che faceva Filippo qualche settimana fa per compilare una lista di motivi per cui ciascuno di noi dovrebbe odiare il 3D.
Motivi economici
Costa di più: girare un film in 3D ha un costo maggiore perché utilizza macchinari nuovi. Anche convertire un film in 3D è un costo notevole.
È l’ennesima trovata per spremere soldi: il costo di un film 3D viene caricato sullo spettatore, che deve pagare in media 4 Euro in più per indossare gli occhialetti.
Non è redditizio quanto dicono: tutto questo giro maggiorato di soldi non conviene a nessuno; recenti analisi hanno messo in luce come l’incasso derivato dalle copie 3D dei film sia sempre più basso, film dopo film. Il pubblico ha smaltito la sbornia da Avatar e torna a vedere i film in 2D snobbando le versioni tridimensionali.
Motivi percettivi
Produce immagini meno luminose: poiché metà luce del proiettore va all’occhio destro e metà a quello sinistro, e poiché gli occhiali di qualsiasi tecnologia, quale più quale meno, filtrano ulteriormente la luce, il film viene sottoesposto di uno stop; insomma, è scuro e opaco.
Produce immagini più piccole: il cervello si inganna e riduce della metà la dimensione di quel che vediamo. Sembra quindi di stare a guardare dei lillipuziani che recitano in un modellino in scala.
Produce immagini meno stabili: il movimento orizzontale appare molto più a scatti in 3D che nei film tradizionali. Anche qui è colpa del nostro cervello che ha un debole per individuare i bordi delle cose: il 3D sovrastimola questa capacità e rende i bordi ancor più evidenti.
Causa distorsioni e riflessi: la visione periferica guardando un film in 3D è peggiore; ai bordi, tutti i film in 3D sono fuori fuoco. Ogni volta che c’è un punto molto luminoso nell’immagine, si creano riflessi come se l’immagine fosse bucata e vedessimo una luce sparataci contro.
Fa venire il mal di testa: il 3D impone un lavoro extra al nostro cervello che affatica la vista e in casi piuttosto frequenti causa mal di testa e nausea.
Motivi estetici
Non aggiunge nulla all’esperienza cinematografica: il critico Roger Ebert si domanda: pensate a un film che vi ha emozionato in passato, ora pensatelo in 3D. Vi piacerebbe? In generale: vi viene voglia di vedere un film drammatico, una commedia o un film storico in 3D? (se rispondete sì, andatevene da questo blog)
È superfluo: il nostro cervello sa già ricostruire la profondità da solo utilizzando la prospettiva. Lo sappiamo dal ’400 con gli studi prospettici in pittura. Aggiungere davvero la terza dimensione all’immagine indebolisce, invece di rafforzare, l’impressione di profondità, la cui potenza deriva proprio dal doversela immaginare.
Il cambio di fuoco è un problema: i registi utilizzano, tra le altre cose, il cambio di fuoco per pilotare lo sguardo dello spettatore all’interno dell’inquadratura. Il cambio di fuoco in un’immagine 3D fa schifo e fa venire il mal di testa perché impone un lavoro extra al nostro cervello.
Il montaggio è meno libero: ogni stacco affatica il cervello che deve riallineare gli occhi alla nuova profondità, quindi il film in 3D è più tollerabile se ha un montaggio lento.
Dico, non vi basta per capire che è l’ennesimo disperato tentativo per raggirare noi spettatori? Se non vi bastasse, nella prossima puntata, una filippica in difesa dell’inquadratura.
La tua analisi è giusta e prende in pieno tutte le contraddizioni del 3d.
Però non hai centrato il punto della situazione.
Il 3d è stato solo un cavallo di troia. Mi spiego meglio.
Le grandi case distributrici hanno ritirato fuori il 3d (già c’era), hanno messo in cantiere alcuni film da girare in tre dimensioni oppure (come avviene nel 90% dei casi) da pompare in in 3d.. forti anche della scelta di James Cameron di fare Avatar in 3d.. il tutto per un solo e unico fine. Non quello di farci pagare 10 euro, non quello di fare tutto il cinema in 3d. Le major lo sanno che finirà la moda del 3d. Quello che volevano era costringere la maggior parte delle sale cinematografiche ad impiantare il proiettore digitale.
Se parli con gli esercenti te lo diranno. L’obiettivo era la distribuzione digitale cercando di abbandonare definitivamente quella analogica.
La distribuzione digitale ha costi infinitamente inferiori a quella analogica.
Stampare una pellicola, spedirla, mantenerla, restaurarla e tutti i costi di magazzino sono altissimi rispetto a un semplice hard disk o nei casi più avanzati l’uso del satellite.
Grazie del commento! Di solito preferisco concentrarmi sulle questioni espressive legate all’adozione di una tecnologia, ma le tue osservazioni sono molto valide. Mi chiedo però: se i vantaggi della proiezione digitale sono così palesi e soprattutto sono di natura economica (la sola ragione che solitamente si ascolta) perché ci sarebbe bisogno di un cavallo di troia o di un innesco al processo? Il costo dei proiettori digitali è molto più alto di quelli tradizionali? E’ una spesa che attualmente nessuno vuole/può sostenere?
PS: ho messo il tuo blog tra i preferiti, c’è bella roba ;)
Grazie.
Ma il fatto è che al distributore conviene il digitale, all’esercente in realtà non tanto. Un esercente di un cinema aperto da anni, principalmente chi non è multiplex, ha un impianto costituito in genere da 2 proiettori 35mm.
L’acquisto di un impianto digitale è un costo aggiuntivo non indifferente, e senza il 3d poco utile. Per una sala di città o di provincia spendere svariate decine di migliaia di euro è un costo notevole, contando che la distribuzione pre-3d era ancora su pellicola nella maggior parte dei casi.
Però poi si sono trovati a dire: Avatar esce in 3d.. toy Story esce in 3d.. e per molte sale sono incassi che fanno la differenza. La paura di perdere quel giro di affari gli ha portati a orientarsi verso il digitale.
Inoltre c’è da dire che se l’impianto digitale si guasta il cinema deve stare chiuso. Perchè il proiettore è unico e non c’è il tecnico di fiducia in zona che può riparare l’impianto digitale.
Se per sbaglio si guasta a natale un esercente è quasi rovinato.
Mentre i due proiettori 35 mm garantiscono un certa sicurezza, in quanto se se ne rompe uno, l’altro può continuare a proiettare senza problemi (ci sarà un intervallo lungo fra primo e secondo tempo). Inoltre essendo una tecnologia vecchia ci sarà sempre chi te lo può sistemare velocemente.
Per capirsi: Una toyota prius la devi portare al centro Toyota a far riparare, un punto del 95 la porti al meccanico sottocasa.
Tra i punti a favore c’è il fatto che un cinema dotato di impianto digitale e satellitare può trasmettere anche partite, concerti e proiezioni dvd.
Per approfondire la rivoluzione digitale (prima del 3d però) c’è un bellissimo libro di Amaducci, intitolato Anno Zero.
Oggi ho scoperto molte cose nuove. Però la penso in modo diverso.
[pausa] Prima di ripartire con la tua filippica leggi e cerca di seguirmi..
Non sostengo che il 3d è tutto rose e fiori, anzi come hai ben spiegato ha parecchi svantaggi che in linea di massima avevo notato anche io.
L’unico che escluderei è lo sforzo mentale. C’è, è vero ma è naturale che sia così le prime volte. Al corpo umano basta poco per adattarsi, alcuni avranno il mal di testa ancora per parecchi film, altri avranno un leggero fastidio i primi 10 minuti.
Io considero il 3d come una possibilità non come il futuro. Mi spiego meglio: io mi auguro che d’ora in poi il 3d sia uno dei metodi possibili per realizzare un film, un po’ come dire che il regista può fare un film normale, con grafica digitale, d’animazione oppure in 3d.
Personalmente vedo il 3d come un mezzo che potrebbe giovare a molti film. Considera che non tutti i film hanno lo stesso scopo. Se guardo Woody Allen non me ne può fregare niente se è in 3d o no anzi il 3d fa più danno che altro, al contrario se vado a vedere, che so… l’ultimo fast & furious, non mi dispiace vedere le auto che mi sfrecciano accanto, oppure in un ipoteticco nuovo scream farebbe molto più effetto il pugnale che punta dritto verso di te.
Detto questo spero che il 3d si evolva (perchè è una tecnologia ancora ai primi passi) per essere usato là dove serve senza invadere campi che non gli competono.
E ricorda che le cose non sono mai o biache o nere.
Grazie per il commento. In effetti ho già scritto la filippica sull’inquadratura, arrivi tardi :-) Capisco il punto di vista di considerare il 3D solo un altro strumento a disposizione, come poteva essere il colore a partire dalla fine degli anni ’30. Tuttavia non sono del tutto d’accordo: come ho scritto il 3D limita l’espressività più che aumentarla ponendo una serie di costrizioni linguistiche. Detto diversamente, penso che il poco che si ottiene non meriti il tanto che si perde.
Inoltre attualmente nulla fa ben sperare verso la direzione che indichi tu: il 3D viene sfruttato malissimo, riconvertendo film girati tradizionalmente per spennare soldi agli spettatori. Ancor più grave, il numero di copie in 3D rispetto a quelle tradizionali è sempre molto maggiore, tanto che personalmente devo penare per andare a vedere un film in una sala che lo proietti senza l’assurda e inutile conversione stereoscopica. La scelta “anche in 3D” è già diventata “vabbé via, eccotelo pure in 2D”. Da quel che vedo, il 3D sta già invadendo campi che non gli competono (per non parlare poi dei televisori 3D, videocamere 3D… ma per piacere).
Infine, ci sarà ben un motivo se il 3D è stato già testato e abbandonato almeno tre volte nella storia del cinema. Pensa a Hitchcock negli anni ’60. Già grandi registi si sono accorti che è una panzana e non aggiunge nulla. E’ un effetto da lunapark, non un ampliamento delle potenzialità artistiche.
E non posso non rabbrividire quando sento che Scorsese, Coppola, Takashi Miike, Baz Luhrman e ora anche Bertolucci hanno capitolato. Ormai è pandemia.
Ah, per chiudere, ammetto senza problemi il mio conservatorismo in materia cinematografica ;-)